La mia vita segreta

racconto erotico ad episodi

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    Episodio 8
    festa delle donne
    Ero in bagno ad asciugarmi i capelli dopo una doccia calda, avevo addosso solo un asciugamano rosa, anche se faceva freddo, avevo aperto la finestra del bagno per far uscire i vapori dell'acqua, il guardone che si nascondeva dietro la tenda di una finestra di casa sua era sempre lì appostato come un falco, appena finito di asciugare i capelli sentii il citofono suonare, erano le dieci di mattina ed ero sola in casa, andai a rispondere.
    "Buongiorno! il tecnico della caldaia" disse.
    "Un attimo" risposi, e riattaccai la cornetta del citofono.
    Mi prese il panico, avevo addosso solo un asciugamano e per giunta la casa era anche un po' in disordine, mia mamma mi aveva detto giorni prima, che sarebbe venuto un tecnico per revisionare la caldaia, ma io mi ero dimenticata, mi stavo dirigendo in camera mia, ma poi tornai indietro, pigiai un bottone sul citofono e aprii il portone, stavo ritornando in camera, ma mi bloccai perché il tecnico avrebbe dovuto fare solo una rampa di scale, alla fine aprii la porta, e di fronte mi trovai il tecnico, un ragazzo sui trent'anni anche carino, di media statura, con barba incolta, indossava dei pantaloni grigi, un giubbino e un cappellino nero con il logo della ditta delle caldaie, rimase a bocca aperta vedendomi con solo un asciugamano addosso e le infradito.
    "Buongiorno, forse sono venuto in un momento sbagliato." disse.
    Lo tranquillizzai mentre con un dito mi arricciavo una ciocca di capelli, e con l'altro braccio reggevo l'asciugamano, gli spiegavo che non era colpa sua, ma che ero io ad essermi dimenticata dell'appuntamento per la revisione della caldaia, lo feci entrare chiedendogli di avere un minuto di pazienza per andare a mettermi qualcosa addosso, andai in camera mia mi tolsi l'asciugamano, e infilai una t-shirt grigia con dei disegni al centro che mi copriva fino a metà cosce, tornai in salone e aprii la porta finestra che dava sul balcone dove era posizionata la caldaia, lui apri' la valigia dei suoi attrezzi, prese un cacciavite e cominciò a lavorare sulla caldaia, io ero poco distante da lui, l'aria fredda che entrava avvolgeva le mie cosce nude, dopo aver smontato e pulito la caldaia, mi chiese di aprire l'acqua calda, andai in cucina, aprii il rubinetto e dopo qualche secondo gli dissi ad alta voce che l'acqua calda usciva, tornai posizionandomi vicino la porta finestra del salone, lui spesso dava occhiate furtive alle mie cosce nude e ai miei piedi con le unghie smaltate di nero, mentre spostavo indietro l'infradito alzando il tallone, poi mi chiese di accendere i riscaldamenti, mi spostai andando ad azionare i riscaldamenti, dopo qualche minuto toccai un termosifone ed era caldo, gli dissi che funzionavano, mi ringraziò dicendomi che potevo spegnerli, lui continuò ad operare sulla caldaia, io lo guardavo mentre ispezionava e puliva con un pennello l'interno della caldaia.
    Gli chiesi se avrebbe gradito un caffè, lui gentilmente mi rispose di no, aggiungendo che doveva sbrigarsi perché aveva altri appuntamenti, terminata la manutenzione, ripose alcuni attrezzi all'interno di una valigetta rigida ed entrò in casa, lo feci sedere su una sedia del tavolo della cucina, per poter fargli scrivere l'esito della manutenzione, stampare il report e lo scontrino di pagamento, mi disse che l'importo era di 85 euro, andai in camera mia, presi dal portafoglio i soldi e glieli consegnai, dopo avermi lasciato la ricevuta di pagamento, e l'esito della manutenzione lo accompagnai alla porta e lasciò l'appartamento.
    Guardai l'ora sul mio telefonino erano solo le dieci e trenta, tornai in camera mia, mi squillò il cellulare, risposi ed era la mia amica Valentina, mi chiamò per dirmi che nel pomeriggio ci saremmo incontrate io, lei, mia sorella ed una nuova amica per andare a festeggiare la festa delle donne, gli chiesi ridendo quanti chili di preservativi avrei dovuto portare, lei scoppiò a ridere riferendo che non c'era bisogno di portare preservativi.
    Chiusa la comunicazione sistemai e pulii casa, poi mi misi seduta davanti al computer e controllai il mio profilo Patreon, scrissi per un po' un nuovo episodio sulle mie giornate, dopo pranzo mi rilassai sul letto aspettando che tornasse da lavoro mia sorella, mi svegliai sentendo la porta di casa che si apriva, era tornata Silvia, entrò in camera posando la sua borsetta ed il giaccone che aveva indosso, io mi alzai andai in bagno, e tornai in camera per iniziare a prepararmi, tolsi la t-shirt e indossai un perizoma e reggiseno nero, mi legai i capelli a coda di cavallo, infilai una mini gonna blu scuro a pieghe, con vita elastica, sopra una maglietta aderente a coste, bianca a girocollo e maniche lunghe, la infilai dentro la gonna sistemandola con cura, poi passai alla fase make-up eyeliner, rimmel, un po' di fard e rossetto rosso tonalità rosso scarlatto, nel frattempo mia sorella si stava facendo la doccia, lei era più stronza di me, si asciugava i capelli nuda con la finestra del bagno aperta, chissà il guardone quante seghe si faceva, infilai dei mini calzini neri, indossai dei stivali neri con plateau, tacco alto e largo, che arrivavano sotto il ginocchio, adoravo sentire il suono della zip quando chiudevo lo stivale, ero pronta, una spruzzata di profumo e aspettai che si vestisse anche mia sorella.
    Lei indossò dei jeans attillati celeste chiaro, una camicia nera, lasciata fuori dai pantaloni, sbottonata un po' sotto e un po' sopra per lasciar intravedere il push-up ai piedi nudi infilò delle scarpe dècolletè nere a punta con tacco alto, era pronta anche lei, indossai il cappotto nero tre-quarti, e presi la borsetta, mia sorella fece lo stesso, uscimmo da casa e con la sua smart nera raggiungemmo casa di Valentina, che ci accolse abbracciandoci e baciandoci sulle labbra, insieme a Vale c'era la nuova amica, Giorgia, una ragazza alta sul metro e settanta, molto carina, con un bel viso, occhi scuri capelli a caschetto neri, un fisico niente male, indossava un sexy abito bianco plissettato, molto aderente, con maniche lunghe e spalle scoperte, e dei stivali con la zip che arrivavano poco sotto il ginocchio, di colore nero a punta con tacco a spillo, era molto sensuale.
    "Vale ti metterai le mutandine per strada perché vai di fretta?" chiesi ridendo.
    Vale scoppiò a ridere ricordandosi della nostra ultima uscita, disse che questa volta si era vestita con calma, io Silvia e Giorgia ci mettemmo a parlare aspettando Vale, finalmente pronta anche lei uscimmo da casa, e con la lancia Y di Vale andammo a fare un aperitivo al Salotto42, un cocktail bar alla moda, per aperitivi chic in un ambiente intimo.
    Ci mettemmo comodamente sedute togliendoci i cappotti, e ordinammo i nostri aperitivi, era un locale veramente carino molto intimo con bella musica in sottofondo, dopo un po' ci servirono degli ottimi aperitivi con molte cose da stuzzicare, e ci regalarono dei piccoli mazzi di mimosa, era tutto veramente squisito, parlavamo, ridevamo gustando i nostri drink, e i nostri stuzzichini, ci facemmo anche delle foto selfie, per ricordare il momento, Vale e Giorgia si fecero anche delle foto in piedi, e in pose un po' sensuali, come al solito non passavamo inosservate, Vale indossava un abito nero attillato anche lei con le spalle scoperte e stivaletti neri con plateau e tacco alto e largo, il tutto metteva in risalto le sue splendide cosce nude.
    Erano quasi le 20:00 quando lasciammo il locale per andare a cena, rimessi i cappotti, prese le borsette, pagato il conto, e uscite dal salotto salimmo in automobile, io ero a fianco a Vale che era alla guida, dietro c'era Silvia e Giorgia, visto il traffico, mi tolsi i stivali e appoggiai i piedi sul cruscotto dell'auto, ai semafori gli sguardi erano moltissimi, non tolsi i mini calzini perché avevo freddo, e comunque non mi andava di fare l'esibizionista, dietro Giorgia e mia sorella ridevano come matte, ad un semaforo Giorgia abbassò il finestrino e la sentii gridare "a bonooooo!"
    Scoppiammo tutte a ridere, lo stereo dell'auto di vale aveva un bell'impianto, a volte pensavo siamo peggio degli uomini.
    Arrivammo dopo quaranta minuti al ristorante esclusivo ed elegante con vista da vicino sul Colosseo, Royal Art Cafè che si trovava nella splendida cornice del centro storico, la struttura si trovava situata in un palazzo d'epoca, con un ampia terrazza roof garden che offriva un panorama mozzafiato sull'anfiteatro Flavio e i fori imperiali, di fronte al Colosseo, mentre Vale parcheggiava io mi rimettevo i stivali, scese dalla auto ci dirigemmo all'ingresso, entrate il locale era stupendo, pavimento a scacchi e porte ad arco, un illuminazione fantastica, ci togliemmo i cappotti mettendoci sedute sulle comode sedie in velluto color turchese.
    "Pensavo che ci avresti portate in via pane e sperma" disse Silvia ridendo e guardando Vale.
    "non cominciare!" disse Vale ridendo.
    Giorgia non capiva ma aveva lo sguardo curioso di sapere, gli raccontammo dell'episodio riguardo la nostra ultima uscita, arrivò il cameriere donandoci dei mazzetti di mimose, ci alzammo tutte insieme per ringraziarlo, abbracciandolo e dandogli dei baci, per un attimo ho temuto che stesse per svenire, era diventato tutto rosso in viso, si era visto piombare addosso quattro fighe come lupi affamati, ordinammo i primi con del vino e acqua, alcune persone nel ristorante già ci guardavano, "ci stiamo solo scaldando" disse Giorgia, ridevamo come matte.
    "alle 23 e 30 ci sarà una sorpresa" disse Vale.
    Tutte insieme iniziammo a torturarla chiedendole di che sorpresa si trattasse, ma lei testarda non cedeva, addirittura vidi mia sorella che agitava un braccio sotto il tavolo, Vale rideva allontanandogli il braccio.
    "Maledetta non cede!" disse Silvia ridendo, dopo una ventina di minuti si avvicinò un altro cameriere con quattro primi fumanti, mentre porgeva i piatti ci guardava e rideva, subito iniziammo a mangiare quel fantastico primo, il cameriere aveva lasciato due ravioli ripieni di bufala con pomodoro, un'amatriciana, un gnocchi salmone e zafferano, mentre gustavamo i primi continuavamo a torturare Vale per sapere della sorpresa, ma lei niente più cocciuta di un mulo, una bottiglia di vino era andata, mentre aspettavamo il secondo, il cameriere ci portò un altra bottiglia di vino, nel frattempo prendemmo i telefonini e ognuna fotografava l'altra, ci facemmo anche un video, ed ecco che arrivavano i secondi piatti portati dal cameriere violentato, lasciò i piatti e fuggì, noi ridevamo, "siamo proprio teste di cazzo" disse Giorgia ridendo.
    Finito il secondo e finita un'altra bottiglia di vino Giorgia ballava in modo sexy da seduta, noi la guardavamo e ridevamo, il vino aveva fatto il suo dovere, io e Vale ci mettemmo il cappotto e uscimmo fuori a fumare, passò un automobile e suonò il clacson come se volesse attirare l'attenzione, io e vale mentre fumavamo parlavamo continuando a ridere, quel buon vino in corpo si sentiva, rientrate dopo qualche minuto il cameriere ci portò degli amari e caffè, era quasi ora della sorpresa, nel frattempo a turno andammo al bagno, e dopo essere tornate in sala all'improvviso il buio.
    Tutti ci chiedevamo cosa fosse successo, poi all'improvviso la musica cambiò con il volume un po' più alto, si accesero delle luci che illuminavano di blu uno spazio del ristorante, non credevo ai miei occhi, in quello spazio c'era una figura vestita da V per vendetta, le donne presenti cominciarono ad esultare, eravamo tutte agitate, quel costumista iniziò a camminare in modo sensuale passando per i tavoli, alcune donne presenti già lo toccavano, iniziò a ballare in modo erotico spostandosi nella sala, si fermò davanti a Giorgia iniziando a strusciarsi su di lei, Giorgia rideva divertita, mentre continuava a ballare V si avvicinò a me, strusciandosi, non so cosa gli avrei fatto pensai, poco dopo si tolse il cappello, la maschera e la parrucca, potevamo vedere il viso di un bonazzo sui 25 anni, si spostò andando da una ragazza, gli prese la mano ma lei non volle seguirlo. Continuò con il suo balletto erotico, si tolse il mantello e il gilet nero, aveva dei pettorali e degli addominali fantastici con alcuni piccoli tatuaggi, prese per mano un'altra ragazza, lei acconsenziente si alzò dal tavolo e lo seguì, ballava strusciandosi su di lei, la ragazza di spalle si tirò su la maglietta beige che indossava, da dietro si vedeva la sua schiena nuda, mentre gli toccava i pettorali e gli addominali, il V poi l'avvolse con il mantello, si capì che lei si accovacciò per qualche secondo, e poi ritornò a sedere al suo posto, il ragazzo spogliarellista si tolse anche i pantaloni era rimasto con stivali e boxer, sfoggiava un fisico stupendo, si riavvicinò ai tavoli, strusciò i suoi boxer sul viso di mia sorella, la temperatura saliva, alcune donne si alzarono e si misero a ballare, anche Giorgia e Vale si alzarono iniziando a ballare in modo sensuale anche loro, lo strip man, si mise in mezzo a loro, il termometro stava per esplodere, mentre Giorgia e Silvia lo coprivano con il mantello si tolse i boxer, si coprirono tutti e tre con il mantello, notavo le braccia di Giorgia e Vale che si agitavano, i clienti del ristorante, erano entusiasti, i pochi maschietti presenti un po' meno, dopo essere tornate a sedersi Vale e Giorgia, lui continuò a ballare coprendosi solo con il mantello, si riavvicinò a me e Silvia, ci prese per mano facendoci avvicinare a lui, poi ci coprì con il mantello, io e mia sorella nascoste dal mantello cominciammo a toccargli il cazzo semi duro, lui si lasciava toccare tranquillamente, sempre coperte dal mantello ci fece abbassare, io e mia sorella cominciammo a ciucciargli il cazzo che s'induriva rapidamente, ma il tutto durò solo per qualche minuto, il bonazzo si rimise i boxer, ballò ancora per un po', poi salutò con un inchino, tutti applaudimmo per il suo show, andato via io e vale riuscimmo a fumare, qualche minuto dopo disse che doveva tornare in bagno, ma all'improvviso si spostò mettendosi in mezzo a due automobili parcheggiate, si tirò giù le mutandine, si accovacciò pisciando per strada, finito di fumare rientrammo, nel frattempo Silvia aveva chiesto il conto, indossati i cappotti, e prese le borsette, io e Silvia pagammo il conto, uscite dal ristorante ci incamminammo verso la macchina di Vale, la nostra festa della donna era terminata.
     
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