Libia ,i ribelli controllano il compound di Gheddafi .

Violenti scontri nella notte e altri bombardamenti NATO

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    Libia, ribelli controllano il compound di Gheddafi Violenti scontri, Tripoli nel caos
    La Russa: 'Attenzione a terrorismo'

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    TRIPOLI - I ribelli stanno gridando con i megafoni di avere preso il controllo di Bab al Aziziya, il compound di Gheddafi. E' quanto riporta il canale satellitare Al Jazira, che ha mostrato immagini di uomini armati festeggiare fuori dal compound facendo il segno della vittoria. Le immagini trasmesse dalla tv panaraba testimoniano le scene di giubilo fuori dal compound, i clacson, le urla di 'Allahu Akbar', gli spari in aria per festeggiare. Dal quartiere intanto continua a levarsi una spessa nube di fumo.

    Una densa colonna di fumo nero si leva dal compound di Muammar Gheddafi a Tripoli, mentre tutto intorno è un creditio di colpi di arma da fuoco pesanti e leggere. Lo ha constato l'inviato Ansa sul posto: l'ultimo simbolo a Tripoli del regime di Gheddafi è circondato dalle forze dei ribelli entro un raggio di due chilometri nei quali si combatte senza risparmiare colpi.

    RIBELLI FESTEGGIANO NEL CUORE DEL COMPOUND - Al Jazira sta mostrando le immagini in diretta dei ribelli che festeggiano di fronte alla vecchia residenza di Gheddafi, dentro Bab al Aziziya, semidistrutta nel 1986 da un raid Usa. Alcuni strappano foto di Gheddafi e prendono a calci la testa di una sua statua.

    LIBIA:SARKOZY-OBAMA, PRESTO CONFERENZA SOSTEGNO PARIGI - I presidenti di Francia e Stati Uniti, Nicolas Sarkozy e Barack Obama, concordano sul "contributo utile" che darà "l'organizzazione, prossimamente, di una conferenza internazionale di sostegno alla Libia a Parigi". Lo riferisce l'Eliseo in una nota.

    GHEDDAFI: "SONO A TRIPOLI, LOTTERO' FINO ALLA FINE" - Un funzionario russo ha detto di aver parlato al telefono con il leader libico Muammar Gheddafi che - ha riferito - gli ha detto di essere a Tripoli e che combatterà fino alla fine.

    Secondo quanto riporta il corrispondente di Al Jazira, alcuni ribelli sono penetrati in uno dei portoni esterni del compound fortificato di Bab al Aziziya. Le immagini trasmesse in diretta dalla televisione panaraba testimoniano i numerosi colpi d'arma da fuoco sparati intorno nell'area.

    Pesanti combattimenti sono in corso nei pressi dell'Hotel Rixos, l'albergo dei giornalisti stranieri, non lontano dal compund di Gheddafi a Bab al Aziziya. Lo riferisce il corrispondente della Reuters sul posto. Secondo quanto riportano al Arabiya e al Jazira i ribelli libici hanno circondato e assediano il compound di Bab al Aziziya.


    Le forze ribelli hanno preso anche Ras Lanuf, l'importante porto petrolifero nel Golfo della Sirte e ora, secondo il corrispondente di Al Jazira, sono arrivate ai margini di Bin Jawad, proseguendo l'avanzata verso Ovest. Meno di un'ora fa si era diffusa la notizia della presa di Ageila (al Uqaylah nelle mappe), lontana circa 50 chilometri da Ras Lanuf.

    NATO, NON ABBIAMO IDEA DI DOVE SIA GHEDDAFI - "Non abbiamo idea di dove sia Gheddafi, ma non siamo sicuri che sia così importante". Lo ha detto un portavoce della Nato, il colonnello Roland Lavoie in un briefing rispondendo alle domande dei giornalisti.

    Muammar Gheddafi resiste ma il cerchio sembra stringersi attorno a lui. Mentre nessuno sa con certezza dove si trovi il rais, i ribelli si sono avvicinati ai cancelli del suo compound-fortezza di Bab al Aziziya, bombardato nella notte da raid della Nato. Poco fa, sostengono gli insorti, esplosioni si sono sentite anche all'interno del complesso.

    Nella notte almeno otto forti esplosioni hanno risuonato a Tripoli, altre sono seguite stamani, mentre i jet dell'Alleanza atlantica continuano a sorvolare la capitale libica. Nella stessa zona orientale della città, sono ripresi anche gli scontri tra insorti e lealisti, con scambi di colpi di armi pesanti. Ormai da oltre 12 ore le zone di Tripoli sotto completo controllo dei ribelli sono senza corrente elettrica. Disagi analoghi si registrano anche vicino a Bab al Aziziya, dove c'é l'hotel Rixos, per mesi alloggio di molti giornalisti internazionali.

    Secondo le organizzazioni umanitarie inoltre sta crescendo l'emergenza umanitaria. Gli ospedali, denuncia Medici Senza frontiere, rischiano di rimanere senza scorte, mentre aumenta il numero di feriti. E mentre nulla si sa della sorte del rais, a dare un duro colpo alla credibilità degli insorti è l'apparizione in nottata del figlio di Gheddafi, Saif, che il Cnt aveva detto di aver arrestato.

    Saif è invece libero e si è mostrato ai giornalisti nella notte a Tripoli liquidando come "menzogne" le notizie sulla sua cattura e annunciando che anche suo padre sta bene e si trova tuttora nella capitale libica. Da dove, ha fatto sapere da parte sua il portavoce del regime Mussa Ibrahim, "guida la battaglia". Intanto lontano dalla capitale, i ribelli, secondo la tv al Arabiya, si sono scontrati con un convoglio di militari proveniente dalla città costiera di Sirte (la città natale di Gheddafi), uccidendo decine di soldati fedeli al regime. Dalla città le forze lealiste hanno lanciato ieri tre missili Scud in direzione di Misurata. Non è chiaro se abbiano causato danni o vittime.

    MSF, OSPEDALI A RISCHIO SCORTE - Gli ospedali di Tripoli "rischiano di rimanere senza scorte": lo denuncia Medici senza frontiere sottolineando che nel paese sta "crescendo l'emergenza umanitaria". L'organizzazione si dice "pronta ad espandere le proprie attività nella Libia occidentale". "Le strutture mediche sono travolte da un alto numero di casi richiedenti operazioni chirurgiche e il personale sanitario è allo stremo", spiegano da Msf.

    L'Organizzazione umnitaria Medici senza Frontiere riferisce di aver inviato una equipe medica per valutare i bisogni nell'area della linea del fronte a sud di Zawiyah, visto l'aumento dei ricoveri di persone ferite nell'ospedale vicino a Yefren, supportato dall'organizzazione. Ha inoltre inviato un'altra equipe nella città di Zawiyah per effettuare una valutazione della situazione e dare sostegno all'ospedale generale che ha registrato anch'esso un aumento nei ricoveri di feriti. "Le strutture mediche della zona - spiega Mike Bates, capo missione di Msf in Libia - sono state travolte da un alto numero di casi richiedenti operazioni chirurgiche e il personale sanitario è allo stremo.

    Abbiamo inviato un'equipe chirurgica per supportarlo, mentre un'equipe medica aiuterà le strutture a organizzare la procedura di ricovero dei pazienti, il pronto soccorso e il post-operatorio". Nell'area di Tripoli, in numerose strutture mediche scarseggiano materiali e personale, secondo quanto racconta il coordinatore dell'emergenza di MSF, Jonathan Whittal, che si trova nella capitale libica dall'inizio di agosto: "Alcuni ospedali hanno esaurito le scorte di medicinali salvavita e attrezzature. C'é poca elettricità e la benzina è insufficiente per garantire il funzionamento delle ambulanze e di alcune apparecchiature basilari. Gli attuali scontri nella città metteranno le strutture mediche ancor più sotto pressione". L'ong si sta preparando per inviare più personale e scorte mediche dalla Tunisia e da Malta per supportare gli ospedali di Tripoli, non appena la situazione lo permetterà. Contemporaneamente, Msf continua a lavorare in diverse zone della Libia.

    SAIF APPARE NELLA NOTTE, IO LIBERO, MIO PADRE E' QUI - Saif al Islam, uno dei figli di Muammar Gheddafi di cui ieri i ribelli e la Corte penale internazionale avevano annunciato l'arresto, e' invece libero e si e' mostrato ai giornalisti nella notte a Tripoli liquidando come ''menzogne'' le notizie sulla sua cattura e annunciando che anche suo padre sta bene e si trova tuttora nella capitale libica. Da dove, ha fatto sapere da parte sua il portavoce del regime Moussa Ibrahim, ''guida la battaglia''.

    ''Tripoli e' sotto il nostro controllo. Il mondo lo sappia. Tutto va bene a Tripoli'', e ''abbiamo spezzato la schiena ai ribelli'', ha detto Saif che ha incontrato prima tre giornalisti nella residenza bunker di Gheddafi di Bab al Aziziya e poi si e' recato al vicino Hotel Rixos, che ospita i giornalisti stranieri nella capitale libica. Le immagini della Bbc hanno mostrato il figlio di Gheddafi all'interno della cittadella di Bab al Aziziya con indosso una T-shirt color verde militare mentre, sorridente, stringeva la mano alle decine di persone che lo attorniavano, alzando le braccia al cielo in segno di esultanza e facendo il segno 'V' della vittoria con l'indice e il medio della mano.

    Secondo il giornalista della Bbc che lo ha incontrato all'Hotel Rixos - dove il figlio del rais e' arrivato a bordo di un blindato - non e' chiaro se Saif sia stato effettivamente arrestato e poi in qualche modo liberato (come successo proprio ieri al fratello Mohammad) o se non sia mai stato preso, a differenza di quanto avevano annunciato gli insorti e di quanto aveva confermato anche Moreno Ocampo, il procuratore della Corte penale internazionale, che lo vuole mettere sotto processo per crimini contro l'umanita'. Saif, secondogenito del rais, si e' ritagliato dall'inizio della rivolta un ruolo da 'falco' nel regime, ed e' considerato dai giudici della Corte internazionale il ''premier de facto'', il ''vero delfino di Gheddafi''.

    Le immagini di Saif sorridente e osannato dalla folla di sostenitori a Bab al Aziziya sono arrivate quasi in contemporanea alle notizie di nuovi bombardamenti da parte dei caccia dell'Alleanza a Tripoli, indicati proprio nella zona del compound-bunker del colonnello. Ma e' difficile pensare che Saif possa essere uscito allo scoperto mentre i jet Nato sganciavano bombe nella zona: l'ennesimo enigma di una strana guerra. Saif, davanti ai giornalisti, si e' comunque mostrato fiducioso e sicuro di se': ''Avete visto come il popolo libico si e' sollevato'' per contrastare l'arrivo degli insorti?, ha chiesto. ''L'Occidente dispone di alte tecnologie che hanno disturbato le comunicazioni e ha inviato messaggi'' falsi al popolo libico sulla caduta del regime, ha aggiunto riferendosi ad alcuni sms inviati domenica agli abitanti di Tripoli. ''E' una guerra tecnologica e mediatica per provocare caos e terrore in Libia'', ha accusato, ma ''io - ha concluso - sono qui per confutare tutte le menzogne''.

    NATO BOMBARDA BUNKER, SU GHEDDAFI E' MISTERO - I caccia della Nato hanno ripreso nella notte a bombardare Bab al-Aziziya, il compound-bunker a Tripoli dove si ritiene Muammar Gheddafi sia ancora asserragliato. Come riferisce l'inviato dell'Ansa nella capitale libica, la citta' sembrava sprofondata in una calma quasi irreale dopo i combattimenti furiosi della scorsa notte e della mattinata di ieri che hanno consentito ai ribelli, secondo il loro portavoce militare Ahmed Omar Bani, di assicurarsi il controllo del 95 per cento della citta'.

    Poi nella notte si e' improvvisamente sentito il rombo di aerei in avvicinamento, seguito poco dopo dal boato dei missili - almeno otto - piovuti sul complesso, cui hanno fatto da corollario le esplosioni della contraerea e i traccianti che illuminavano il cielo della citta'. Si presume che il leader libico sia ancora li' dentro ma non e' detto. Gheddafi anche ieri notte ha parlato, fino a quando la sede delle Tv e' rimasta in mano ai suoi.

    Mentre gli insorti conquistavano un quartiere dopo l'altro, mentre buona parte della guardia presidenziale lasciava campo libero ai ribelli, mentre tre dei suoi figli - Saif, Saadi e Mohammad - venivano fatti prigionieri, il leader che da 42 anni guidava con il pugno di ferro la Libia ha continuato a lanciare proclami e a dire che non c'e' resa di fronte ai 'nuovi colonizzatori'. E ha continuato a chiamare la sua gente alla battaglia. Con qualche successo, dato che nel pomeriggio di ieri il figlio maggiore Mohammad e' stato liberato da un gruppo di lealisti ed e' tornato uccel di bosco. Mentre il figlio minore Khamis, alla testa di fedelissimi, ieri mattina combatteva a difesa del rais e della sua famiglia.

    Dove Gheddafi sia resta un mistero. Nei labirintici sotterranei di Bab al-Aziziya secondo qualcuno, nell'ambasciata del Venezuela secondo altri, in fuga verso il deserto del sud del Paese secondo voci piu' insistite. Ieri sera il Pentagono e lo stesso presidente Usa Barack Obama hanno detto di ritenere in pgni caso che il colonnello non abbia lasciato la Libia. Ma non hanno detto nulla in merito alla sua presenza o meno a Tripoli. Che sia ancora nella capitale sembrerebbe invece convinta la Nato, visto che ha colpito ancora.

    Nella giornata di domenica, aveva contabilizzato la stessa Alleanza Atlantica, sono state compiute 126 missioni aeree, 46 delle quali hanno individuato e colpito gli obiettivi. Proprio da Bab al-Aziziya nel pomeriggio di ieri erano usciti alcuni carri armati che, secondo la tv satellitare qatariota al Jazira, hanno bombardato una zona della capitale e hanno preso posizione intorno alla cittadella e nella zona del porto. Si tratta di parte di area metropolitana che ancora non e' in mano agli insorti e dove i cecchini governativi sono ancora in azione e sparano contro chiunque, anche contro i bambini. I ribelli avrebbero invece preso l'aeroporto internazionale, dove l'arrivo di un aereo sudafricano stamane aveva fatto pensare a un'imminente fuga del colonnello in Sudafrica. Ma Pretoria ha smentito di essere disposta a dargli asilo ma l'aereo potrebbe comunque essere uno di quelli noleggiati da anni da Gheddafi per 'trasporti sicuri' di uomini e mezzi.

    Appare in ogni modo convinzione unanime della comunita' internazionale che per Gheddafi il tempo sia ormai contato. In linea con le affermazioni del capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Mustapha Abdel Jalil, che in conferenza stampa a Bengasi ha scandito: 'L'epoca di Gheddafi e' finita', anche se tutto si concludera' solo 'con la sua cattura e con la sua condanna per i crimini che ha compiuto'. Anche il figlio Seif, ha assicurato, 'avra' un giusto processo'. Nel frattempo a Bengasi, da dove la rivolta e' partita, si continua a far festa, sventolano le bandiere e veicoli carichi soprattutto di giovani scorazzano nelle strade suonando a ripetizione i clacson. Scene che si ripetono a Zawiah, localita' situata 50 chilometri a ovest della capitale, dove sui camion di chi festeggia si vedono anche donne e bambini.

    Sembra certo invece che intensi combattimenti siano ancora in corso nelle citta' di al Aziziya (50 chilometri a sud di Tripoli) e ad al Khoms, sulla strada che porta a Misurata. Resta saldamente in mano ai governativi Sirte, citta' natale di Gheddafi e bastione della sua lotta da dove ieri sera, come ha confermato la Nato, sono partiti senza fare danni tre missili Scud verso Misurata, che e' in vece in mano ai ribelli. Nella capitale, intanto continuano a affluire rinforzi.

    "Diverse navi sono giunte nella nostra amata capitale da Misurata con a bordo un gran numero di combattenti e di munizioni", afferma un comunicato del centro stampa del Consiglio militare di Misurata. La diplomazia internazionale intanto ha fissato una serie di riunioni: oggi a Bruxelles si terra' una riunione degli ambasciatori dei Paesi membri della Nato; giovedi' a Istanbul si riunira' il gruppo di contatto sulla Libia a livello di funzionari in vista di un appuntamento ai piu' alti livelli; entro la fine della settimana si svolgera' anche un vertice Onu, con la partecipazione dell'Unione Africana e della Lega Araba. Su tutto una sola parola d'ordine, sintetizzata dal discorso serale del presidente americano Barak Obama: 'Il regime di Gheddafi ha raggiunto il punto di non ritorno ... Restano incognite ... ma il futuro della Libia appartiene al popolo libico'.
     
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